Regolamento imballi UE: la logistica dimenticata



Dopo diversi giri e deviazioni, forse il cammino del nuovo regolamento imballaggi della UE si avvicina al traguardo. Non che ci sia da gioire, ad oggi. Lo scorso 22 novembre il Parlamento in seduta plenaria aveva approvato una bozza di modifica di quella della Commissione che introduceva diversi principi di garanzia a favore della sicurezza alimentare. Era sparito il famigerato divieto di insacchettamento per verdure in quantità inferiori a 1,5 kg e il divieto assoluto di utilizzo di plastiche leggere, inferiori a 35 micron, sostituito da un più ragionevole divieto a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. Insomma, qualcuno si è ricordato che la sicurezza alimentare è ancora un obiettivo primario delle istituzioni, anche quelle europee. Che però continuano a far finta di non sapere che l’aumento della produzione di imballaggi deriva da fattori oggettivi, come l’aumento del numero dei nuclei famigliari monocomponente e la spinta a garantire freschezza e allungare la shelf life. Il resto delle disposizioni, come la riduzione del peso complessivo degli imballaggi e l’aumento della percentuale di raccolta differenziata degli stessi, fanno parte di un trend consolidato.
Qualche dubbio pone la crescita progressiva del contenuto di materia riciclata negli imballaggi, stante la scarsa qualità della materia recuperata (plastica soprattutto) e la non banale impronta ambientale (energetica soprattutto) del riciclo del PET. Poi il 18 dicembre un colpo di mano, partito dalla Spagna ma ispirato dalla Germania: è ritornata la spinta verso il riuso e continua la resistenza verso le plastiche bio-based compostabili, entrambe presenti nella bozza della Commissione, a trazione tedesca. Secondo il Consiglio bisognerà attrezzarsi per riutilizzare le bottiglie di plastica e vetro con raccolta a cura dei dettaglianti con superfici superiori a 400 mq (non è chiaro se area di vendita o complessiva), ma non solo, anche per altri tipi di imballaggi si andrà verso l’uso plurimo (es. le scatole di cartone).
Inoltre, sarà obbligatorio per l’HORECA accettare l’uso dei contenitori dei clienti per l’asporto (chissà
di chi sarà la responsabilità in caso di intossicazione?).Dal nostro punto di vista con il privilegiare il riuso si sta per dare il via ad una nuova ondata di trasporto superfluo, oltre ad un aumento dell’uso dell’acqua per il lavaggio e di energia per la sterilizzazione.
Ennesimo caso in cui la spinta green sta iniziando ad essere in contrasto con altri obiettivi altrettanto prioritari. Ora si va al trilogo (chissà perché non lo chiamano trialogo) tra Commissione, Parlamento e Consiglio. Stay tuned.

-->